Progetto Flows
CNR-Ismar coinvolto nello studio sui rischi geologici in Europa meridionale
Wednesday 16 March 2016
Un gruppo di scienziati della Terra di 17 paesi Europei si sono appena riuniti a Creta (Heraklion, 2-4 Marzo) nell’ambito del progetto COST-FLOWS1 per lo studio di strutture geologiche in grado di generare terremoti e tsunami nel Mediterraneo. Il luogo, l’isola di Creta, è particolarmente significativo, visto che nel 365 d.C. è stato sede dal più forte terremoto mai registrato in Europa2. Il movimento lungo la faglia provocò uno tsunami trans-Mediterraneo che investì le coste di Albania, Calabria, Sicilia e Africa settentrionale, fino all’Egitto, dove causò la distruzione di Alessandria. Dati geologici recenti acquisiti nel Mar Ionio al largo delle coste italiane hanno permesso di ricostruire uno scenario catastrofico molto simile ai recenti eventi di Sumatra e Tohoku, che si credeva impossibile nel Mediterraneo. Gigantesche frane sottomarine sarebbero state innescate dallo tsunami nell’ impatto con le coste. Anche per questo, nel progetto è stata data molta enfasi alle faglie sismogeniche sottomarine, visto che costituiscono il pericolo maggiore per le coste densamente abitate del nostro mare.
FLOWS è un progetto Europeo che ha come scopo principale lo studio dei fluidi che circolano all’interno di grandi fratture della crosta terrestre, e la loro relazione con il movimento lungo l’esteso sistema di faglie e fratture che costituisce, da un lato all’altro del Mediterraneo, il limite tra le placche Africana e Euroasiatica. Infatti, se da un lato è noto che i fluidi nella crosta terrestre svolgono un ruolo importante nel controllare il comportamento meccanico delle faglie, si sa ancora poco sui meccanismi coinvolti e su come questi influiscano. L’approccio multidisciplinare del progetto è servito per fare un inventario delle strutture geologiche più pericolose lungo una cintura che si estende dalla faglia Nord-Anatolica in Turchia, al Mar Mediterraneo orientale e centrale, fino alle coste atlantiche dell'Europa. I mari italiani, purtroppo, sono molto ben rappresentati perché ospitano alcune delle strutture più pericolose in Europa, come quelle che hanno generato i terremoti di Messina nel 1908 e quello di Catania del 1693 che da soli hanno provocato oltre centomila vittime.
Visto che il focus del progetto è lo studio della circolazione del fluidi, in FLOWS sono presenti esperti di varie discipline per studiare ad esempio la diffusione di forme di vita "estreme" che vivono ad alte temperature e pressioni nella crosta terrestre e di diffondono attraverso la rete di grandi fratture crostali provocate dai movimenti tellurici. La possibilità di mettere a confronto le esperienze di specialisti in varie discipline, caratteristica principale di FLOWS, consente di studiare in modo innovativo questi fenomeni, e proporre esperimenti di monitoraggio delle strutture geologiche utilizzando tecniche complementari rispetto alla sismologia, come ad esempio la misura di quantità e la qualità dei fluidi che si muovono nella crosta terrestre per effetto degli stress tettonici.
L’obiettivo finale del progetto è la comprensione di questi fenomeni da un punto di vista scientifico, ma grande enfasi è posta nel fornire i risultati delle ricerche in modo tale da aiutare le agenzie di protezione ambientale europee a promuovere il monitoraggio di strutture geologiche a rischio, e favorire gli interventi di mitigazione in specifiche aree "calde" come ad esempio il Mar Ionio.