Evoluzione della fascia costiera a scale di tempo da millenarie a decennali
I sistemi sedimentari costieri forniscono un archivio ideale per ricostruire gli effetti delle variazioni climatiche, delle fluttuazioni del livello del mare e dell’apporto dei sedimenti su scala decennale e millenaria. Lo studio integrato (anche attraverso strumenti di gestione, elaborazione e diffusione di dati territoriali, GIS e SDIs), di geofisica ad alta risoluzione, analisi di facies di carotaggi, geocronologia e correlazioni con la cartografia storica georeferenziata permette di applicare i modelli morfo-idro-geologici ad ambienti fortemente antropizzati come le coste ed i sistemi deltizi del Mediterraneo. L’analisi della circolazione e delle dinamiche del trasporto solido nell’area costiera accoppiate agli studi sedimentologici ed al telerilevamento forniscono, inoltre, utili indicazioni per la conferma dei trend di lungo periodo e l’identificazione di evoluzioni recenti anche indotte dalle attività dell’uomo.
Le principali attività di ricerca riguardano:
- La risposta dei sistemi costieri ai processi indotti durante l’Antropocene.
- L’analisi della dinamica delle morfologie costiere emerse e sommerse.
- L’analisi dei processi di subsidenza e delle sue componenti naturali ed indotte.
- L’idrogeologia e paleoidrologia costiera: caratterizzazione del sistema acquifero e della
- risorsa idrica (ingressione cuneo salino, flussi d’acque sotterranee nell’ambiente costiero).
- L’analisi di rischio provocato da eventi estremi (alluvioni, processi erosivi, tsunami), o da tendenze nel medio periodo (desertificazione del suolo).
- Gli effetti delle variazioni del livello del mare relativo in aree costiere subsidenti.
- L’interazione fra il trasporto solido nei sistemi estuario-delta e nell’ambiente marino costiero.
Nell'immagine a destra:
esempio di cambiamenti ambientali indotti dalle diversioni a mare di antichi apparati fluviali che sfociavano all’interno della laguna evidenziate dall’analisi di profili sismici ad alta risoluzione e dalla cartografia storica. Queste estromissioni furono messe in atto dall’uomo a partire dagli ultimi secoli della Serenissima Repubblica di Venezia per evitare l’interramento della laguna a causa dei cospicui apporti di sedimento fluviale.
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Nell'immagine a destra:
velocità di movimento del suolo tra Marzo 2008 e Gennaio 2009 misurate con l’analisi interferometrica su immagini TerraSAR-X. a) Area della bocca di porto di Lido (Venezia). b) Dettaglio dei movimenti in corrispondenza di un sito interessato dalla costruzione delle opere (MOSE) e c) serie temporale dei movimenti in corrispondenza di tre riflettori. Le velocità sono relative alla direzione di vista del satellite; valori negativi abbassamenti, positivi sollevamento.
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Nella figura a fianco viene mostrato il confronto delle batimetrie della laguna di Venezia negli anni 1930, 1970 e 2002 (da sinistra a destra). Profondità maggiori sono riprodotte con tonalità più scure di blu. In verde le aree emerse. La linea tratteggiata rossa racchiude le aree più profonde di 1,2 m, che sono quasi raddoppiate (da circa 80 a 160 km2) dal 1927 ad oggi, come risulta evidente anche dall’aumento delle aree con tonalità blu scura (da Sarretta et al., Continental Shelf Research, v. 30, pp. 934-949, 2010)
Download PDF: Sarretta et al., Continental Shelf Research, v. 30, pp. 934-949, 2010
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