Focus: l'esplorazione degli oceani
Nel numero di dicembre dossier contenente interviste a Marzia Rovere e Andrea Argnani, CNR-ISMAR
Thursday 28 November 2019
Il documentario di Focus realizzato dal giornalista Vito Tartamella contiene un'intervista a Marzia Rovere ed è incentrato sul progetto GEBCO-Seabed2030 a cui partecipa l'ISMAR-CNR
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Solo il 15% dei fondali marini ed oceanici è stato mappato ad una risoluzione tale da avere valenza scientifica e dare indicazioni sulla presenza di vulcani e fratture sottomarine e capire la dinamica dei terremoti; sulla morfologia del fondale per posare cavi e altre infrastrutture essenziali alla società globale, per studiare come si comportano le correnti di fondo oceaniche, fondamentali per il clima, come si propagano gli tsunami e si distribuiscono i sedimenti, per capire dove l'erosione costiera è favorita e dove si insediano gli habitat marini più preziosi per la loro biodiversità e i servizi ecosistemici che garantiscono al Pianeta.
Nel 2018 è stata lanciata un’iniziativa epocale: il progetto “Seabed 2030” lanciato da Gebco (General Bathymetric Chart of the Oceans, promosso da IOC Unesco e IHO Organizzazione Idrografica internazionale), per il quale la Nippon Foundation ha stanziato 18,5 milioni di dollari e che intende mappare tutti gli oceani entro 11 anni. Mappare i fondali è un processo lungo e costoso: le navi devono percorrere i mari avanti e indietro, come un tagliaerba, scansionando un’area larga da poche centinaia di metri (per i fondali bassi) ad alcuni km (per gli abissi profondi oltre 10mila m).
La superficie totale degli oceani è di 362 milioni di km2, per portare a termine l'ambizioso progetto gli enti oceanografici mondiali, che possiedono 700 sonar in tutto, dovrebbero collaborare e raggiungere l’obiettivo del 2030. Conosciamo più la Luna (mappata a una risoluzione di 7 metri) o Marte (precisioni elevatissime anche centimetriche in alcune aree) che gli oceani, quando sovvertiremo questo paradosso?
Il 22 ottobre 2019, a Londra, presso la Royal Society, si è tenuto un evento, chiamato “Seabed 2030: from Vision 2 Action" per illustrare gli avanzamenti raggiunti nei primi due anni e dibattere delle sfide tecnologiche che il progetto dovrà affrontare.
Marzia Rovere, geologa marina e ricercatrice del CNR-ISMAR di Bologna, è membro del Guiding Committe di GEBCO che è l'organo di governance del progetto “Seabed 2030”.