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La scomparsa di Roberto Frassetto, ammiraglio ed oceanografo

Il ricordo di Luigi Cavaleri, CNR-ISMAR

Friday 03 January 2014

La scomparsa di Roberto Frassetto, ammiraglio ed oceanografo

lunedi', 30 dicembre 2013
 
Vi sono tre aspetti di cui parlare di Roberto Frassetto.
Del militare, l'uomo deciso, convinto, eroico, ha gia' parlato l'Ammiraglio.
Qui parliamo brevemente della scienza e dell'uomo Frassetto.
Roberto e' stato l'uomo d'avanguardia in un tempo in cui tutto quello che
oggi diamo per scontato era ancora da scoprire. L'uomo che guarda al
futuro, che vede al di la' degli altri e di se stesso, a quello che tutti
scopriranno domani. Non e' una vita facile. Il mondo che ci circonda vuole
risultati immediati, concreti, e non vuole preoccuparsi del domani. Chi
lo fa per il bene del domani di tutti viene spesso deriso, ostacolato. Non
molti hanno ed hanno avuto la forza di andare avanti. Ma e' di queste persone
che abbiamo bisogno. Ecco allora la spinta a studiare l'oceanografia in un
tempo in cui la parola nemmeno esisteva. Ecco lo studio dell'oceano profondo,
le prime avventurose campagne oceanografiche, l'immersione profonda col
batiscafo Trieste di cui detiene tuttora il record italiano. Ecco gli studi di
acustica sottomarina, il primo istituto italiano di oceanografia a
La Spezia, seguito da quello ben piu' grande a Venezia sotto la sua direzione,
seme dell'attuale Istituto di Scienze Marine. Tempi difficili e problemi
difficili. Venezia sprofonda e non si sapeva il perche'. Trovare il perche'
e sostenerlo fra mille diversi interessi fino alla soluzione definitiva e'
stato al tempo stesso un atto di coraggio ed una conquista scientifica.
Venezia e' invasa dalle acque alte, un clima di rassegnazione diffuso. Ed
ecco nascere l'dea delle chiuse alle bocche di porto, oggi discusse sulla
soluzione, ma date per scontate, all'epoca qualcosa di innovativo da
molti ritenuto impossibile. Nuove idee, nuovi orizzonti, ecco l'idea di
studiare l'oceano dallo spazio, l'uso della piattaforma oceanografica,
15 km al largo, per la taratura e messa a punto degli strumenti piu'
sofisticati che passavano qualche centinaio di km piu' in alto. Il mondo
comincia a parlare di clima, ma Roberto gia' lo propugna da 20 anni,
anticipando il ruolo dell'oceano che e' quello che oggi ci permette di
guadagnare qualche decennio sul divenire che ci aspetta.
Cara Fabrizia, io credo che ognuno di noi vorrebbe avere un passato come
Roberto. I maestri sono pochi, ma persone come lui hanno avuto
il merito di aprire la strada del mondo ed insegnare l'onesta'
scientifica e morale a quelli che hanno voluto seguire questa strada. I
risultati nel mondo non sono mancati, Paola qui presente forse l'esempio
piu' concreto. Io, e vari dei miei colleghi, ho ed abbiamo imparato molte
cose da Roberto: l'onesta' intellettuale, la capacita' di ricominciare
dopo una battaglia perduta, la forza d'animo che deriva da solidi principi
interiori, il mettere sempre il mondo e gli altri davanti a se stessi.
Una frase mi e' rimasta impressa. Parlando assieme, tu gia' in eta' avanzata,
del futuro dell'oceanografia mi hai detto "Cavaleri, quando fra 30 e
40 anni lanceremo i nuovi satelliti ...". Lanceremo, non saranno lanciati.
Noi, non io e loro. Roberto era parte di un tutto, senza pensare a se',
sempre avanti verso la meta, incurante delle conseguenze su se stesso, nella
vita di poi come in quella notte a Malta nel '41, a cui per nostra fortuna
potesti sopravvivere. Caro Roberto, cara Fabrizia, grazie per averci
insegnato a vivere nella maniera giusta, a pensare al domani, al vedere al
di la' di noi stessi. Vorremmo continuare su questa strada.


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