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La laguna ferita

Con una pubblicazione sintetica i curatori (S. Guerzoni e S. Raccanelli) forniscono un’esposizione rigorosa dello “stato dell’arte” delle ricerche scientifiche in un campo molto delicato e controverso. Vengono presentati, in maniera semplice, i risultati di svariati studi effettuati da diverse Istituzioni (pubbliche e private) riguardanti il contenuto di inquinanti organici persistenti (POP)nell’ambiente (aria, acqua, sedimenti, terreni, fauna ittica) e negli alimenti a Venezia.

È noto che diossine, PCB, composti clorurati e microinquinanti in genere evocano i peggiori disastri industriali cui l’umanità è stata sottoposta nei decenni scorsi: Seveso e Bhopal tra tutti. Ma a rovinare i sonni degli abitanti esposti al “rischio chimico” non sono solo le “fughe”, i “fuori servizio”, gli “spandimenti”, le esplosioni e gli incendi più o meno repentini e casuali che periodicamente si verificano; ancora più ansia provoca il timore di essere sottoposti agli effetti di un rilascio silenzioso in atmosfera o nelle acque, impercettibile ma continuato, di sostanze nocive che assimilate sia pure in dosi omeopatiche possono comunque accumularsi, persistere nel tempo e avvelenare i nostri corpi (dal retro di copertina).

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La laguna ferita

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